Problemi di erezione: come ripristinare la parte essenziale e integrante della funzione sessuale

Tradizionalmente l'impotenza si distingue in impotentia coeundi e impotentia generandi.
La prima di definisce come incapacità di iniziare, ottenere e mantenere un'erezione in grado di realizzare un rapporto sessuale soddisfacente. La seconda invece, si definisce come incapacità alla funzione riproduttiva. La Consensus Conference dei National Institutes of Health (NIH) ha proposto la sostituzione del termine di impotenza con quello di disfunzione erettile (DE).
La funzione erettile è di per sé una parte essenziale della funzione sessuale maschile globalmente considerata.

L'impotenza sessuale maschile è una condizione che ha assunto una particolare rilevanza proprio negli ultimi decenni. L'evoluzione della nostra società, il miglioramento della qualità di vita e, di conseguenza le richieste sempre più pressanti da parte della società hanno richiamato l'attenzione su una questione poco considerata fino a qualche decennio fa. Questo fenomeno appare giustificato non solo dai ritmi di vita oggi sempre più frenetici e stressanti, ma anche dall'allungamento della vita media.
La DE è un disordine sempre più diffuso che incide in modo significativo sullo stato di benessere della popolazione maschile e di riflesso su quella femminile.
L'interesse verso il problema è cresciuto e numerosi studi epidemiologici, hanno permesso di conoscere l'entità di questo fenomeno. Grazie a questa cultura, il soggetto con problema di impotenza sessuale si rivolge sempre più frequentemente al suo medico per discuterne e ricevere
il trattamento più efficace.

La classificazione della disfunzione erettile (DE) può essere psicogena, neurogena, endocrina, vascolare, farmacologica, da diabete mellito, da sostanze tossiche, da alterazioni anatomiche.
E' quindi determinata da fattori di natura come stati d'ansia, depressione, fobie di vario tipo, situazioni di stress, inibizioni sessuali. La forma di DE è anche connessa all'abuso di bevande alcoliche, di droghe o di altre sostanze. Questo è anche il motivo per cui sempre più sono coinvolti
i giovani (impotenza giovanile).
Altre cause possono essere interventi chirurgici di prostatectomia e di proctocolectomia che possono danneggiare le vie nervose o dirette ai corpi cavernosi. La conservazione della potenza sessuale rappresenta un argomento di grande interesse nella moderna urologia e l'insorgenza di una disfunzione erettile (DE) post-operatoria può essere quindi considerata, al giorno d'oggi, una complicanza grave, soprattutto se non trova giustificazione in una comprovata necessità di ordine oncologico.
A seguito di un intervento chirurgico di prostatectomia radicale nerve sparing, pochissimi pazienti conservano la loro potenza sessuale. Lo studio accurato dell'anatomia della prostata, dell'innervazione dei corpi cavernosi e della fisiologia dell'erezione ha reso possibile la preservazione mono o bilaterale delle fibre nervose provenienti dal plesso pelvico.
Qualora vengano conservati entrambi i fasci nerveo-vascolari, l'incidenza di potenza post-operatoria di aggira introno al 75%, mentre scende al 56% qualora venga risparmiato un solo fascio. Va inoltre sottolineato che la ripresa della della potenza sessuale andrebbe valutata dopo circa 12 mesi dall'intervento in quanto, a distanza di 6 mesi, poco più della metà dei pazienti mostra una ripresa spontanea dell'erezione. Ovviamente anche in questo caso i tempi di ripresa variano a seconda che la conservazione sia stata mono o bilaterale.

L'età al di sopra dei 70 anni e lo stadio clinico avanzato della malattia rivestono una notevole influenza negativa sulla frequenza di ripresa della potenza sessuale. Recenti studi hanno dimostrato che un ciclo riabilitativo con farmaco-erezione intracavernosa o assunzione di sildenafil, iniziato precocemente nel post-operatorio e protratto per almeno 12 settimane, è in grado di migliorare notevolmente la ripresa spontanea dell'erezione in pazienti sottoposti a prostatectomia radicale.
Grazie all'autoiniettore ERGON ®, strutturalmente innovativo, tale pratica è facilitata e contrasta l'ansia da prestazione.
Secondo “Alcuni” è impossibile affermare se questo miglioramento sia dovuto a cause psicogeno anatomiche, numerose ipotesi sono state fatte per spiegare il fenomeno dal punto di vista fisiologico: miglioramento emodinamico dovuto alla dilatazione meccanica delle arterie cavernose e dal tessuto areolare dei corpi cavernosi, angiogenesi e neovascolarizzazione indotta della prostaglandina, miglioramento dell'ossigenazione del tessuto erettile che previene la fibrosi. Mancano tuttavia a tutt'oggi studi con gruppi di controllo per verificarne la reale validità della metodica. In caso di pazienti impotenti dopo prostatectomia radicale, la terapia con sildenafil fornisce invece i risultati peggiori (50% dei soggetti impotenti risponde alla terapia rispetto al 75% di pazienti affetti da altre forme di DE). (Rif. “La disfunzione erettile” di D. F., E. B., G. F. – Editrice Kurtis.)
E quando i farmaci non funzionano o non si possono utilizzare?
L' alternativa è il Vacuum Device o dispositivo a pressione negativa.
Consiste in un cilindro trasparente in cui si inserisce il pene. Mediante l’aspirazione dell’aria presente all’interno del dispositivo si crea un vuoto di pressione negativa attorno al pene con richiamo di sangue al suo interno. La valvola di sicurezza ne controlla la pressione interna, ne facilita l'esercizio di ginnastica vascolare ed evita l'edema sottocutaneo.
Ne consegue l’erezione indotta, che è mantenuta grazie al posizionamento di un anello di silicone alla radice del pene. Si tratta di uno strumento semplice da usare ed efficacie per il trattamento riabilitativo della funzione sessuale.
Sito: www.androline.com

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