L’orticaria è una malattia della pelle, che compare sotto forma di eruzione cutanea, molto simile a quella che si manifesta proprio quando si tocca un’ortica, dalla quale prende il nome.
Le lesioni tondeggianti papulari, che compaiono sulla pelle di chi ne è affetto, sono chiamate pomfi e sono caratteristiche dell’orticaria. La loro comparsa è quasi sempre plurima (difficilmente se ne ha uno solo) e il loro aspetto è dapprima di colore rosa/bianco e poi diventa di un rosso sempre più acceso con bordi sfumati. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a diversi centimetri, nel caso dell’orticaria gigante. Anche la loro durata è estremamente imprevedibile: dai pochi minuti la loro persistenza può arrivare ad alcuni giorni, se non addirittura trasformarsi in cronica. Questo tipo di allergia può essere accompagnata da affanno, dispnea, nausea e vomito. In taluni casi si arriva anche ad angioedema.
La causa dell’orticaria è quasi sempre il contatto con sostanze cui l’organismo è allergico e l’allergologo può stabilire, con appositi test, che cosa provoca queste reazioni (cibi, tessuti, pelo di animali, polline, ma anche stress, infezioni della pelle, etc…).
Tra le varie forme di questa malattia, ne esistono di autoimmuni, associate di solito a malattie della tiroide. L’allergia può essere scatenata anche dall’assunzione di vaccini, farmaci, antibiotici ed è una malattia, spesso, IgE-mediata. Infatti, è proprio la vasodilatazione generata da questa condizione a scatenare la presenza di questi pomfi.
L’orticaria è spesso, ma non esclusivamente, una malattia IgE-mediata. Gli antigeni propri dei fattori sopra indicati si fissano alle IgE specifiche. L’unione dell’antigene con le IgE, legate mediante la porzione Fc a un recettore specifico della membrana dei mastociti e dei basofili, provoca la degranulazione di queste cellule, che liberano, tra le altre sostanze, istamina. Queste sostanze determinano una vasodilatazione e un aumento della permeabilità vasale, che si estrinsecano clinicamente sotto forma di un pomfo. L’importanza dell’Istamina come principale mediatore chimico è testimoniata da un’aumentata concentrazione di questa sostanza nel derma in corso di orticaria e dalla risposta positiva clinica agli antiistaminici anti-recettori H1. Tuttavia, anche altri mediatori, come le chinine, gli eicosanoidi e i neuropeptidi, sono implicati nella patogenesi della malattia. Generalmente non vi è una causa evidente e nel 90% dei casi è considerata idiopatica. Nel 10% restante si può riconoscere una causa alimentare, da farmaci o da cause fisiche.Recentemente, in pazienti con orticaria cronica idiopatica è stato individuato un mediatore plasmatico in grado di indurre, se iniettato sottocute, lesioni pomfoidi anche in individui sani. Si tratta di un autoanticorpo della classe IgG, con peso molecolare maggiore di 100.000. Questa immunoglobulina stimola il rilascio di istamina dai basofili circolanti e dai mastociti cutanei interagendo con la subunità a del recettore specifico per le IgE (FceRI). Dal punto di vista clinico, i pazienti con orticaria cronica che presentano questi autoanticorpi sono indistinguibili da quelli che non li presentano.