Perché il cane parla anche se “gli manca la parola”

Perché il cane parla anche se “gli manca la parola”

Ma è proprio vero che al cane “manca la parola”?

Sono molto frequenti i casi in cui si sente dire, “gli manca solo la parola”. In realtà siamo noi che non li capiamo o meglio non sappiamo ascoltarli. Il cane parla eccome!

Il cane, pur essendo un cane e non un uomo, parla e ci parla continuamente. Le sue parole sono fatte di comportamenti prevalentemente non verbali, come ad esempio tenere le orecchie basse, distogliere lo sguardo, scodinzolare più o meno nervosamente, dare la zampa ecc..

Il cane parla facciamo un’esempio.

Quando il cane si nasconde sotto al tavolo dopo aver combinato una marachella, non lo fa per l’esatta consapevolezza di essere in colpa. Lo fa perché si aspetta una reazione da noi e quindi si prepara.
Quando siamo arrabbiati o seccati per un danno causato in nostra assenza emettiamo una quantità enorme di segnali. Ad esempio la nostra adrenalina sale, ci muoviamo a scatti o nervosamente, il nostro sguardo cambia, il tono della nostra voce cambia ecc.

Questi sono tutti segnali che lanciamo più o meno consapevolmente e che il cane interpreta come una minaccia.

Quindi va sotto al tavolo per prepararsi alla “punizione”.

Parlano anche con il classico gesto istintivo di dare la zampa. Questo non è un esatto gesto di amicizia, ma di ricerca di attenzioni.

Parlano con la coda. Coda rigida che si muove a scatti, non è gioia, ma nervosismo. “Occhio che potrei reagire”…. tanto per capirci.

Ogni cane ha il proprio carattere e non tutti si esprimono con gli stessi comportamenti non verbali anche se il linguaggio non verbale è comune per tutti.

Il cane parla con il linguaggio non verbale.

Per fare un esempio di linguaggio non verbale riportiamo un fatto accaduto proprio a noi di Zarlot.

Una anziana signora ci contattò per farci intervenire sul proprio pastore tedesco di quattro anni. Il lupoide aveva la necessità di mettere gocce antibiotiche a causa di una forte otite.

Giunti sul posto domandammo quale fosse il problema. La risposta fu: “Non vuole le gocce e morde”

Domandammo se lo avesse mai picchiato per tale reazioni e la signora rispose con un secco: “mai picchiato”

Prendemmo il cane fermandogli la testa e mentre somministravamo l’antibiotico si girò di scatto mordendo il nostro Responsabile Cinofilo al polso.

Fortuna volle che morse l’orologio da polso fracassando e rompendosi persino un dente.

A quel punto scappò rifugiandosi sotto ad un tavolo posto in guardino. Il nostro Responsabile Cinofilo Giuseppe Montanaro, da esperto qual’è si avvicino notando che il cane era rigido come fosse fatto di granito.

Si preparava alla punizione. Ma arrivò la sorpresa. Non ricevette nessuna punizione ma un semplice “su coraggio vieni fuori” facendo un gesto gentile con la mano”

Il cane fu talmente sorpreso da quel gesto che uscì immediatamente e dopo aver ricevuto una carezza, esplose di gioia.

Feste a non finire tanto da rifugiarsi dietro a Giuseppe.

A quel punto domandammo nuovamente se il cane fosse mai stato picchiato.

La signora negò nuovamente. Successivamente scoprimmo che il cane veniva picchiato da altri membri della famiglia a sua insaputa.

Ecco svelato “l’arcano”. Il cane si rifugiava per prepararsi alle botte che avrebbe ricevuto. Invece gli arrivarono carezze.

Questo episodio dimostra come si può interagire con un cane capendo ciò che ci sta dicendo.

Eppure “non parla”…

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