Lo stalking, la gelosia e l’amore diventa ossessione

Il termine stalking  (dal linguaggio venatorio inglese significa “fare la posta”) fa riferimento ad una condotta persecutoria e ossessiva,attivata solitamente da un soggetto di sesso maschile nei confronti di una persona di sesso opposto  che subisce grandi danni fisici e psichici. La persona offesa vive continuamente in uno stato di ansia e agitazione e anche in quei casi in cui  non diventi oggetto di aggressioni fisiche da parte dello stalker,  risente di una grave compromissione del suo equilibrio psico-emotivo.
La persecuzione è attivata con ogni mezzo: di persona con appostamenti e pedinamenti, tramite sms, messaggi in segreteria telefonica, e mail e telefonate, invio di doni, lettere e  fiori contro  il consenso della vittima. Il comportamento ossessivo e deviante  di “fare la posta” , può sfociare nella aggressione fisica , in una violenza sessuale e ANCHE  nell’omicidio e talvolta nell’ omicidio e suicidio.
Lo stalker è un ex fidanzato o un ex marito , o un corteggiatore respinto che vive la separazione o il rifiuto della persona amata come se fosse un abbandono catastrofico . Il  comportamento dello stalker  tende a recuperare la relazione affettiva oppure a vendicarsi del torto subito per l’abbandono  o ad sercitare il controllo per la infatuazione morbosa e da qui nasce la sindrome dell’inseguitore ossessivo (obsessional followers).
Le persone che manifestano una gelosia delirante sul piano emotivo mancano di equilibrio ed avvertono un profondo senso di vuoto affettivo che cercano di colmare con il “controllo” della partner in modo da allontanare il rischio della separazione e dell’abbandono.
Durante il rapporto sentimentale anche atteggiamenti innocenti della partner riescono a scatenare nel compagno /stalker reazioni violentissime di gelosia  che si traducono in insulti e percosse fisiche, quest’ultime tollerate dalle donne come una dimostrazione di “amore”.
Secondo le più recenti ricerche condotte nel Dipartimento di Psichiatria e Scienze Neurologiche dell’Università di Pisa, la gelosia ossessiva è provocata da una attività disfunzionale di uno  neurotrasmettitore (dopamina). L’area cerebrale localizzata è nella corteccia frontale ventro-mediale, ovvero quell’area del cervello preposta alla gestione dei complessi processi di natura affettiva e cognitiva.
La  gelosia quando diventa delirante necessita di un intervento specialistico perché può rappresentare l’anticamera di comportamenti disfunzionali  sino a trasformarsi   in  reati perseguibili dalla legge.  Alle donne  poi il compito di non confondere mai nessuna forma di AMORE con la VIOLENZA.
….”e nella gelosia c’è più egoismo che amore” (La Rochefoucauld).

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